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Oltre 250mila italiani emigrano all’estero, quasi quanti nel Dopoguerra

Giambattista Vico parlava di corsi e ricorsi storici. Con questa formula il filosofo napoletano sintetizzava la capacità di certe situazioni di ripetersi nella vita degli essere umani. Il Dossier Statistico Immigrazione 2017 elaborato dal centro studi e ricerche Idos e Confronti registra una di queste situazioni: oggi gli emigrati italiani sono tanti quanti erano nell’immediato dopoguerra. In numero, oltre 250.000 l'anno. Corsi e ricorsi della storia, appunto. Prima il calo poi la crisi del 2008 e l’inversione di tendenza L’emigrazione degli italiani all'estero, dopo gli intensi movimenti degli anni '50 e '60, è andato ridimensionandosi negli anni '70 e fortemente riducendosi nei tre decenni successivi, fino a collocarsi al di sotto delle 40.000 unità annue. Invece, a partire dalla crisi del 2008 e specialmente nell’ultimo triennio, le partenze hanno ripreso vigore e hanno raggiunto gli elevati livelli postbellici, quando erano poco meno di 300.000 l'anno gli it...

Io, albanese cucino panzerotti per i milanesi

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La prima impresa per Joseph Marku, 24 anni, è stata «imparare bene l'italiano». Quando è arrivato in Italia dall'Albania nove anni fa conosceva pochissime parole, ha frequentato subito dei corsi intensivi e oggi quando racconta la sua esperienza in qualche momento assume persino la classica cadenza milanese. Poi «su consiglio di un amico» si è iscritto ad un corso di formazione del Comune, non ha puntato su una professionalità specifica ma ha scelto di prepararsi verso il mercato del lavoro in generale: «Ho imparato le regole sul mercato del lavoro - spiega -, come costruire un curriculum, come affrontare un colloquio». E il test sul campo per Joseph è arrivato da un'«istituzione» per Milano, il panificio «Luini», il re dei panzerotti. Prova superata. «Ho imparato lì a fare il panettiere, a cucinare dolci, pizze e i classici panzerotti». Dopo un tirocinio di alcuni mesi è arrivato il primo contratto a tempo determinato e da circa un anno il posto fisso. /ChiCa/ilgiornale/

Università: boom italiani a Tirana, 3 mila domande

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Cresce l’interesse degli aspiranti medici e dentisti italiani per atenei stranieri che offrono maggiori chance di iscrizione rispetto allo stretto imbuto del numero chiuso italiano. Nella capitale dell’Albania, all’università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio, che tiene i suoi corsi in italiano, “sono arrivate circa tremila ‘manifestazioni di interesse’, 1500 per medicina e 1400 per odontoiatria per la quota riservata ai cittadini Ue. Molte più dello scorso anno. Si tratta solo di domande informali, non tutti si iscriveranno ai test d’ingresso a cui, negli anni scorsi, hanno partecipato in genere dai 600 agli 800 candidati “, spiega all’Adnkronos Salute il preside della Facoltà di medicina Giovanni Arcudi. L’università di Tirana ha appena pubblicato il bando per il test d’ingresso riservato ai cittadini Ue che si terrà a fine settembre. “Non possiamo sapere quanti saranno gli iscritti quest’anno. In genere sono quasi tutti italiani”, spiega il preside. I posti messi a disposi...

Gli albanesi italiani che tornano in Albania

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È una tendenza in crescita negli ultimi anni che c'entra con la crescita economica albanese e il ristagno italiano, ma anche con le tante contiguità tra i due paesi L’equivalente albanese dell’Istat, che si chiama Instat, tiene d’occhio da qualche anno una nuova tendenza: i giovani albanesi cresciuti in Italia che decidono di tornare nel paese d’origine. È un andamento seguito e conosciuto da Arber Agalliu, 29 anni, che è un giornalista albanese fiorentino diventato cittadino italiano dallo scorso autunno con la procedura dei dieci anni di permanenza: «è ancora la stessa legge 91 del 1992 con cui hanno preso la cittadinanza i miei genitori, ti rendi conto?», dice. È in Italia dal 1998, arrivato bambino con la cosiddetta “seconda ondata” di immigrazione albanese, ed è quindi in Italia da quasi vent’anni. È stato rappresentante della “Rete Albanesi in Toscana” e fa appunto il giornalista. Dice che in questi ultimi dieci anni sono rientrati in Albania dall’Italia 34mila albanesi. È ve...

Ius Soli, le storie degli italiani senza cittadinanza: "L'Italia è una madre che non ci vuole come figli"

C'è quella di Bruno, studente di origini albanesi che considera l'Italia "come una madre che non mi vuole come figlio"; e quella di Fioralba, appena laureata in psicologia all'Università La Sapienza ma che ancora deve sostenere e passare prove di italiano nella vita di tutti i giorni. Sono le storie degli italiani senza cittadinanza che aspettano una risposta dalla politica chiamata a discutere ed approvare la legge sullo Ius soli. Come Tezeta, attrice nata in Gibuti che ha dovuto rinunciare agli studi per rimanere in regola con il permesso di soggiorno. "Fare questa battaglia per me non è stata una scelta: mi sono sentita obbligata - racconta - Ci ho messo 19 anni ad ottenere la cittadinanza. Mi auguro che presto, i bimbi nati o cresciuti in Italia, non debbano più affrontare il mio stesso calvario" di Francesco Giovannetti

La pagella del bambino albanese nato in Italia: tutti 9 e 10 (ma niente Ius Soli)

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Il bambino frequenta una classe prima elementare ed è figlio di un uomo arrivato in Puglia 17 anni fa a bordo di un barcone. Dieci in italiano, idem in scienze, nove in matematica. Dieci anche in storia e geografia, ma nove in lingua straniera, scienze motorie e educazione artistica. Sono i voti da primo della classe di un bambino che frequenta la prima elementare. Voti che di sicuro non avrebbero fatto notizia, se non fosse che a pubblicarli è stato un uomo – Vito Zito – che ha voluto in questo modo rispondere a quanti, leghisti e "grillini" – da giorni si oppongono all'approvazione definitiva della legge sullo Ius Soli, ovvero il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati o cresciuti nel nostro Paese. Già, perché quella pagella appartiene al figlio di una coppia di albanesi e quella foto è la risposta migliore a quanti sostengono che neppure i ragazzi nati nel nostro paese debbano avere accesso alla cittadinanza. Scrive Vito Zito: "Questa...